Solidarietà ai lavoratori Fedex aggrediti – No ai ricatti padronali, ai licenziamenti e alla precarietà

SGB esprime piena solidarietà ai lavoratori della Fedex – TNT di Piacenza, aggrediti durante un presidio in difesa del diritto al lavoro e augura una pronta guarigione a coloro che sono rimasti contusi e feriti.

La solidarietà di classe e la condanna dell’aggressione non deve, a nostro avviso, mettere in secondo piano o peggio ancora, nascondere le motivazioni profonde che stanno alla base di quanto accaduto.

Quello che è successo ieri a Lodi e che purtroppo rischia di non rimanere un caso isolato è infatti, il frutto avvelenato di decenni di politiche sindacali concertative con le quali gli interessi dei lavoratori sono stati subordinati a quelli del padronato e di una legislazione “emergenziale” che colpisce ogni forma di conflitto sociale.

In un contesto quindi, di unità nazionale di cui il Governo Draghi è la massima espressione, la pace sociale a favore dell’”universale interesse d’impresa” si esercita anche in questo modo, strumentalizzando e contrapponendo con grande facilità i lavoratori ad altri lavoratori, per colpire violentemente e vigliaccamente la capacità di lotta di questi ultimi.

Il prossimo sblocco dei licenziamenti con l’idea malsana di Confindustria della fuoriuscita dalla produzione dei lavoratori che hanno maggiori tutele, conquistate con le lotte, a favore di lavoratori con meno tutele come interinali e precari in generale, deve essere contrastata con tutte le forze. 

Le lotte per le stabilizzazioni dei precari e per migliori condizioni di lavoro degli ‘ultimi’, insieme alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sono la base per una classe lavoratrice che sia compatta contro gli interessi padronali, che non cada nella trappola degli uni contro gli altri.

Alla violenza dei padroni e del Governo rispondiamo con la lotta e con la solidarietà di classe: in difesa di ogni singolo posto di lavoro, alla conquista dei nostri diritti, a partire dalla libertà del conflitto sindacale.

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