Sanità Emilia Romagna Caos ai vertici della Regione

Se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi sul fatto che i vertici politici e dirigenziali stessero procedendo in maniera pessima nella gestione della sanità pubblica dell’Emilia Romagna, in queste ore ne sta avendo una chiara conferma.
L’ indegna gazzarra tra la dirigente Petropulacos e l’assessore Donini, che sta andando in scena sulla stampa e TG regionali, sta mostrando, semmai ce ne fosse stato bisogno, tutta l’inadeguatezza di entrambi nel sostenere, valorizzare e salvaguardare il servizio sanitario regionale.

Diversamente da quei sindacati che si sono schierati a spada tratta a difesa dell’assessore Donini, come SGB sottolineiamo che, l’enorme voragine di bilancio come al solito è stata fatta pagare alle lavoratrici e ai lavoratori, che tuttora continuano a pagare.

In primo luogo ricordiamo una nota, che la Regione ha inviato in autunno a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere proprio a ripresa della quarta ondata, con cui si stabiliva il blocco del rinnovo dei contratti a termine delle precarie e dei precari, valore aggiunto nell’impegno professionale nel periodo di emergenza covid, che di fatto sono state lasciate/i a casa.

In secondo luogo dobbiamo rimarcare la scarsità delle risorse messe a disposizione per i fondi destinati alla valorizzazione economica del personale rispetto alle condizioni di lavoro, alla premialità, agli incentivi, alle progressioni economiche orizzontali (PEO) e alla formazione.
Risorse che, invece, sono state sempre disponibili quando si è trattato di creare nuovi incarichi ad hoc o nuove ex posizioni organizzative.
Sicché mentre molte lavoratrici e molti lavoratori non hanno visto un briciolo di incentivi covid, performance individuale, PEO o non hanno avuto il riconoscimento economico della enorme mole di ore di straordinario svolte, viceversa in due anni di pandemia sono spuntati come funghi incarichi (ex posizioni organizzative) di ogni sorta con il benestare dei vertici aziendali, perché mentre le lavoratrici e i lavoratori della sanità regionale pagavano e pagano sulla propria pelle tutte le ricadute negative dei buchi di bilancio, a rincarare la dose ci si è messa anche la creazione da parte della Regione della nuova e ennesima figura dirigenziale del direttore assistenziale nelle direzioni generali delle aziende sanitarie regionali.
Inoltre non possiamo non dimenticare le scelte sciagurate, con nota della dirigente Petrapulacos, di stoppare lo screening dei tamponi molecolari e antigenici per tutto il personale della sanità regionale. Un vero e proprio attentato al diritto alla sicurezza e alla salute delle lavoratici e dei lavoratori, contornato anche dalla proposta choc e del tutto inadeguata di mandare a lavorare nei reparti il personale positivo al covid con tre dosi di vaccino purché asintomatico.

SGB è stato l’unico sindacato che si è sempre opposto sia alle decisioni dell’assessore Donini,( di cui abbiamo chiesto le dimissioni vista la sua provocazione alle lavoratrici e ai lavoratori le cui ferie erano sospese e quindi erano a lavoro, mentre Donini mangiava il panettone) nella lettera natalizia, sia della dirigenza sanitaria dell’Emilia Romagna.

SGB continuerà nella sua lotta per tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità a partire dal rivendicare una migliore organizzazione, umanità, condizione del lavoro, una maggiore uguaglianza e democrazia nei luoghi di lavoro, un congruo riconoscimento economico e una vera valorizzazione delle professionalità e dell’impegno, una concreta tutela della sicurezza e della salute.

Il 5-6-7 aprile ci saranno le elezioni per il rinnovo RSU.

Non hai bisogno di chi si china supinamente a un “assessore mediocre”.

È tempo di stare dalla parte di lotta.

È tempo di scegliere e votare SGB

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