Referendum sulla democrazia sindacale nel Comune di Bologna

Si va al voto prima delle amministrative e si può votare anche on line

Come in tutte le campagne elettorali gli argomenti trattati dai candidati alle elezioni amministrative, sono moltissimi ma in questa tornata ci sono 5000 persone di cui quasi nessuno di loro parla: i dipendenti comunali.

Un soggetto collettivo a cui bisogna aggiungere altre migliaia di lavoratrici e lavoratori “in appalto” dal quale nessun amministratore, attuale e futuro, può prescindere.

Questi lavoratori fanno funzionare una macchina complessa di cui devono avere grande cura nonostante le mille difficoltà con cui ogni giorno si devono misurare e sui quali si riversano gli errori, le inefficienze e le meschinerie di un governo locale che ha preferito in questi anni la propaganda alla sostanza e alla concretezza.

Dentro una sorta di rimozione collettiva di un argomento evidentemente spinoso, soprattutto per chi si candida in continuità con la giunta uscente, questi lavoratori, nonostante:

  •  un commissariamento che ha tolto loro metà del salario del contratto integrativo;
  • il progressivo impoverimento contrattuale;
  • siano sempre di meno e i carichi di lavoro aumentino costantemente;
  • un processo di privatizzazione dei servizi senza fine a cui è corrisposto un declino delle condizioni contrattuali dei lavoratori degli appalti;
  • una parte della dirigenza a cui il lacrimare senza sosta del sindaco ha assegnato i pieni poteri, rendendola arrogante ed incapace di gestire la complessità;
  • il sindaco uscente non abbia mantenuto nessuna delle promesse fatte nelle sue campagne elettorali;

nonostante tutto ciò, hanno retto le sorti del nostro Comune. Si del Nostro, di tutti i cittadini; non solo di chi stava simpatico al sindaco. Uno degli sfregi maggiori che è stato fatto a questi dipendenti è il taglio di democrazia sindacale che li ha divisi letteralmente in due: Quelli che liberamente hanno votato in loro rappresentanza i sindacati cgil, cisl e uil e quelli che altrettanto liberamente hanno votato SGB (che è il secondo sindacato nel comune), i cobas, l’adi ed altri sindacati che complessivamente rappresentano il 43%. Per questi ultimi il sindaco uscente ha avuto fin dai primi giorni un “trattamento di favore” cercando in tutti i modi, con fare provocatorio e politicamente infantile, tutte le strade possibili per togliere loro il diritto di assemblea e la titolarità alla contrattazione su molti argomenti, garantendosi così la condivisione a prescindere da parte dei sindacati ritenuti “amici”. Una sorta di apartheid sindacale, in totale discontinuità con tutti i sindaci che lo hanno preceduto e con gli amministratori di altri enti locali del territorio, rivelandosi ai nostri occhi come il peggior sindaco della storia di Bologna dal dopoguerra ad oggi.

La storia di quello che è avvenuto lo abbiamo scritto e spiegato decine e decine di volte e molti dei candidati attuali la conoscono fin nei dettagli, ma una cosa non ci stancheremo di ricordare: il divieto di assemblea è stato l’obbiettivo conclusivo di una lunga campagna stampa basata su una menzogna del sindaco che ha accusato i propri dipendenti di avere svolto 158 assemblee in un anno mentre in realtà, grazie al nostro autonomo operato, si scoprì che erano solo 158 ore suddivise per i 5000 dipendenti e svolte in maniera articolata fra i diversi settori; una percentuale più bassa di tutti gli altri comuni di pari dimensioni.

Stiamo aspettando ancora le scuse pubbliche ai lavoratori accusati di essere dei fannulloni ma nessuno, né il sindaco, né un singolo assessore, né un singolo esponente della maggioranza che governa il Comune, le ha mai fatte.

Fino all’ultimo questo sindaco ha proseguito la sua battaglia contro di noi, giungendo al tentativo di impedirci un referendum fra i lavoratori proprio sulla mancanza di democrazia sindacale. Ha posto rifiuto a tutto, negandoci formalmente anche le più banali necessità come quella degli elenchi dei lavoratori ma, nonostante i suoi tentativi, il referendum si farà, eccome!

I dipendenti comunali potranno votare dal 22 settembre al 1 ottobre e il risultato sarà reso pubblico il giorno prima delle elezioni amministrative.

Potranno votare, con la garanzia della riservatezza, utilizzando per la prima volta un sistema on-line, oppure con un sistema cartaceo classico.

Ciò sarà possibile grazie all’impegno di circa 90 dipendenti comunali che si sono resi disponibili al fine della realizzazione del referendum stesso.

Ai dipendenti comunali vogliamo però affiancare circa 20 votanti “speciali”: i candidati a sindaco e i capilista ai quali chiediamo di pronunciarsi nel merito, pubblicamente con un SI o un NO al quesito.

Consegniamo loro la possibilità di dimostrare attenzione, almeno a pochi giorni dalle elezioni, per chi continuerà a fare funzionare la macchina della comunità che si candidano ad amministrare.

Chi di questi candidati vorrà incontrarci per approfondire questo ed altri temi, noi siamo qui.

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