Pubblico Impiego. Contratto Funzioni locali. CONTRATTO TRANSFORMER

A parte questa pratica poco edificante di andare a rinnovare i contratti quando sono già scaduti o addirittura quando si è entrati in un nuovo periodo contrattuale (il contratto attualmente in vigore è scaduto nel 2018 e quello in arrivo è scaduto il 31/12/2021) quello che si profila con il nuovo CCNL delle Funzioni Locali non promette nulla di buono.

Dal punto di vista economico non permette di recuperare il peso dell’inflazione che, per i beni di prima necessità, raggiunge le due cifre, né – a ben vedere – è pensabile possa farlo il prossimo dal momento che il governo pare limitarsi a garantire solo la copertura dell’indennità di vacanza contrattuale (tra 10 e 20 euro al mese lordi).

E allora? E allora godremo solo per un mese: quello in cui verranno pagati gli arretrati che – grazie al ritardo con cui si sta arrivando alla firma definitiva – aumentano di importo man mano che passa il tempo.

Vederli tutti insieme ci farà brillare gli occhi, ma sarà solo per un attimo, ma, di fatto, quello che guadagneremo in un mese (e con gli arretrati) se lo è già mangiato il conto energetico e l’aumento del costo della vita.

Ma un contratto non è fatto solamente di soldi, è fatto anche di regole. E quelle che si stanno introducendo costituiscono un ulteriore cedimento. In sostanza ad ogni contratto si perde qualcosa anziché guadagnare qualcosa.

La stranezza è che questi cedimenti vengono fatti passare per conquiste.  Ad esempio l’aver ripristinato il meccanismo delle progressioni verticali, pur se con un titolo di studio inferiore è falcidiato, concretamente, dall’esiguità delle risorse destinate a realizzarlo.

O la revisione dell’ordinamento professionale che, spacciato per il dovuto adeguamento professionale, nasconde la parola fine al riconoscimento delle mansioni qualificate, o superiori, o ulteriori rispetto al profilo formale e che hanno permesso il concreto funzionamento della macchina amministrativa appesantita dalle funzioni attribuite e ridotta di personale (attorno al 20% in meno secondo l’ANCI). Ove ciò non bastasse andranno anche a sparire le specifiche declaratorie professionali lasciando libertà di iniziativa agli enti.

Persino la promessa di trasformare le posizioni organizzative in un’area specifica (area quadri o vice dirigenza) è naufragata rapidamente per la necessità – delle amministrazioni locali – di mantenere ancora l’anacronistica categoria A (nonostante un primo tentativo di portarla nella categoria B), ma in questo caso si tratterà solo di un rinvio visto che le amministrazioni e la dirigenza non aspettano altro che di scaricare tutta la filiera di responsabilità alle future Elevate Qualificazioni (così si chiameranno) sottraendo altre risorse al fondo del salario accessorio.

Fondo che peraltro rischia seriamente di veder diminuire una parte delle risorse variabili (quelle dei risparmi e delle economie realizzate dalle amministrazioni) che verrebbero destinati alle iniziative per il welfare integrativo (in particolare polizze sanitarie integrative).

L’ultima chicca la lasciamo alle progressioni orizzontali: anche queste si trasformeranno.  Diverranno differenziali stipendiali con importi mediamente più bassi delle attuali progressioni.   È facile prevedere che verranno destinate al personale con maggiore anzianità di servizio a danno dei più giovani, è acclarato che potranno usufruirne solo metà dei dipendenti di un ente, ed è certo che potranno realizzarsi ogni tre anni (anziché ogni due) o addirittura ogni 4 anni. Così, se vogliamo azzardare un’ipotesi – neanche la peggiore – in 40 anni di lavoro ogni dipendente potrebbe aspirare a fruire di 5 differenziali: meno di quelli attuali!!!

Forse è arrivato il momento di mandare a casa questi mentecatti che si spacciano per sindacalisti. Noi cominciamo dallo Sciopero Generale del 2 dicembre e dalla Manifestazione nazionale del 3 dicembre a Roma, di SGB e tutti i sindacati di base. 

E’ arrivato questo schifo di contratto. Organizzati con SGB.

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