Dopo aver alimentato per mesi un inutile dibattito sulle scuole aperte o chiuse, il ministero dell’Istruzione ha diramato il 27 aprile la circolare sul “Piano scuola estate 2021”. Tra citazioni a John Lennon e suggestive indicazioni alle scuole su nuove metodologie educative da adottare favorendo non meglio precisati “sguardi plurimi”, intercettando “altri mondi” e recuperando la oramai celebre quanto smarrita “socialità”, emerge dalla nota un accorato invito agli istituti ad adottare, per il prossimo periodo estivo, “azioni di contrasto personalizzate alle vecchie e nuove povertà educative” seguendo il Piano proposto dal Ministero articolato in tre fasi.
Per finanziare il Piano vengono messi complessivamente a disposizione circa 520 milioni di euro: oltre il 60% di queste risorse (circa 320 milioni di euro) non è di provenienza governativa bensì europea (PON 2014-2020) ed è destinata per il 70 % alle regioni svantaggiate del Sud. Tolti questi fondi PON (che molto probabilmente saranno scarsamente utilizzati visto che molte delle scuole che aderiscono al Piano lo faranno in misura assai contenuta) rimangono mediamente a disposizione circa 25mila euro a istituto, importo molto lontano dall’enfatica narrazione mediatica che sta accompagnando il Piano. Fermo restando che l’anno scolastico 2020/2021 si è svolto senza interruzioni (e quindi non si capisce cosa ci sarebbe da recuperare per i docenti) anche noi di SGB saremmo molto concordi con le teoriche finalità del Piano anzi, andremmo addirittura oltre nel senso che la nostra scuola ideale dovrebbe essere aperta tutti i giorni e per quasi tutti i mesi dell’anno, andando a garantire non solo l’ incremento dell’offerta formativa in senso stretto (attività di studio e di rinforzo disciplinare) ma anche della generale offerta educativa, mettendo a disposizione di tutti gli alunni (soprattutto dei più deboli) attività sportive, artistiche, ludiche e di altro genere. Anche un bambino di 6 anni sarebbe però in grado di comprendere che queste modo nuovo di concepire la scuola, è realizzabile solo con investimenti mirati e strutturali e non certo per il semplice effetto di una circolare (emessa il 27 aprile per il 21 maggio) che fa prevalentemente affidamento sul terzo settore (cooperative che sfruttano gli educatori sottopagandoli a cottimo ) al “volontariato” (vero o presunto) di studenti universitari e altri soggetti esterni come società sportive dilentattistiche, per concludere con la ciliegina della capacità delle scuole di raccogliere ulteriori fondi (crowd funding) dalle imprese private del territorio che potranno così condizionare ulteriormente le scelte didattiche degli istituti.
Come SGB crediamo che, anziché affrontare le problematiche strutturali del sistema scolastico che rivendichiamo da sempre (classi sovraffollate che andrebbero dimezzate, strutture fatiscenti che andrebbero messe in sicurezza, precari che andrebbero stabilizzati, educatori in appalto che andrebbero assunti alle dirette dipendenze del ministero dell’Istruzione) si sceglie la strada opposta, quindi non condivisibile dell’esternalizzazione ai soggetti privati. È impressione diffusa che questo piano costituisca il tentativo di portare a livello nazionale il c.d. “modello emiliano”. Anche laddove potrebbe essere lo stesso personale scolastico già statale a svolgere le attività, vediamo chiaramente un disegno volto a normalizzare a costo zero la richiesta di prestazioni non dovute, aumentando le mansioni contrattualmente ma non gli stipendi.
Ad oggi siamo già in grado di affermare che il Piano Estate sarà un fallimento in riferimento al recupero degli studenti, perché in molte scuole o ancora non si è fatto neanche il collegio docenti per deliberare oppure è stata deliberata un’attività di poche settimane a giugno. Questo livello d’improvvisazione non favorirà la partecipazione sia di docenti che di alunni. Come SGB crediamo che siano evidenti le pericolose intenzioni privatistiche del Governo Draghi e del Ministro Bianchi, e il fatto stesso che il Piano sia stato presentato in questi termini ne dà conferma.
Invitiamo tutti i docenti a non prestare il fianco a questo chiaro progetto di privatizzazione non aderendo ai progetti estivi e contrastarlo lottando con noi per una scuola realmente pubblica ed inclusiva che preveda : più docenti e stop alla precarietà, meno alunni per classe , investimenti sull’edilizia scolastica, internalizzazione delle figure educative (e non solo) oggi già presenti nelle scuole.
Sindacato Generale di Base