MERITOCRAZIA IN FORMATO SMART

Per comprendere cosa sta accadendo nelle trasformazioni del Pubblico Impiego occorre partire da lontano. Almeno dal 2009 quando venne approvato il d. lgs. 150 con cui l’allora ministro Brunetta partiva, lancia in resta, all’attacco dei pubblici impiegati da lui definiti “fannulloni”.

Le norme di allora, un pò oziosamente, sono state poi recepite dai contratti collettivi che hanno visto la luce quasi 10 anni dopo.

E arriviamo ai giorni nostri. Il neo-ministro Brunetta ed il premier Draghi sottoscrivono, con i soli tre sindacati ormai definitivamente istituzionalizzati, il 10 Marzo 2021 il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” che crea le fondamenta su cui costruire la nuova impostazione del Pubblico Impiego e dei pubblici uffici.

La logica del 2009 non è affatto superata, anzi! In nome della ripresa economica e della semplificazione in favore delle imprese (meno dei cittadini) si va a ridisegnare una organizzazione dello Stato con la piena condivisione sindacale: con i rinnovi contrattuali in discussione che aggiungono altri tasselli alla repressione in senso disciplinare; con il rientro in presenza di tutti i dipendenti pubblici a partire dal 15 Ottobre, nonostante lo stato di emergenza permanga fino al 31 Dicembre; con la costituzione di un’area quadri cui affidare il lavoro sporco proprio dal punto di vista dell’applicazione del merito e dei conseguenti benefici economici solo per pochi leccapiedi; con la revisione delle norme sulle assunzioni.

Il problema di questo “governo dei migliori è costituito dal non avere nessun senso dello Stato e dal considerarlo alla stregua di qualunque altra azienda privata.

 Così accade che il DPCM del 23 Settembre impone il rientro al lavoro di tutti coloro che sono in smart fregandosene di quanti si trovino in condizioni di fragilità, o che non possono vaccinarsi a causa delle loro condizioni di salute.

Tutti in presenza!

Salvo che nel prossimo (l’ennesimo) decreto Brunetta, non ci si renda conto dello svarione e ci si metta una pezza a colori.

Tantomeno pensare che i contratti su cui stanno discutendo (non contrattando) le organizzazioni sindacali rappresentative possano far tornare il senno: in primis perché concepiscono lo smart working come strumento assistenziale, anziché come strumento organizzativo; in secundis perché la loro disponibilità è stata comprata con il silenzio assenso verso il fondo pensione Perseo Sirio per gli assunti dopo il 1° Gennaio 2019 e con il cd. welfare aziendale (accordo sottoscritto il 16 Settembre nello stesso momento in cui il Governo approvava l’obbligo di Green Pass per tutti i dipendenti pubblici).

Per queste ragioni Sgb invita tutti i dipendenti pubblici a liberarsi dal torpore che ci ha imprigionato tutti durante la pandemia e respingere al mittente la revisione profonda che il governo Draghi sta imponendo al Pubblico Impiego.

L’11 Ottobre tutti in presenza allo sciopero generale indetto da tutto il sindacalismo di base.

Per costruire una vera, forte alternativa sindacale in questo paese

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