L’altra faccia del progetto POLIS

Presentato in pompa magna con la partecipazione di Meloni e Mattarella, il progetto POLIS prevede la possibilità, nei Comuni con meno di 15000 abitanti, di richiedere presso gli uffici di Poste Italiane documenti come carta d’identità, codice fiscale, certificati anagrafici, giudiziari e previdenziali; in pratica, il lavoro dei pubblici dipendenti dei Comuni, dei Tribunali, dell’Agenzia dell’Entrate, dell’INPS e di altri enti viene di fatto trasferito al personale di Poste Italiane, che non essendo un ente pubblico ma una SpA, ha mano libera nelle assunzioni, generando così ancor più precariato e sottraendo gradualmente sempre più diritti ai lavoratori.

Altro che 18.600 posti di lavoro creati! La realtà è che affidare il rilascio dei documenti a Poste Italiane crea le condizioni ideali per una diminuzione del turnover nella Pubblica Amministrazione; di fatto, gli stessi servizi saranno erogati da lavoratori più sfruttati e meno tutelati.

Un altro tassello inserito nel grande mosaico delle privatizzazioni e dello smantellamento dei diritti.Tutto lascia presagire che il modello del progetto POLIS sarà esteso, nei prossimi anni, anche ai Comuni più grandi ed ai loro dipendenti, che ne pagheranno le conseguenze.

La tanto sbandierata diminuzione delle emissioni di CO2 e dei tempi di attesa (ottenuta risparmiando agli abitanti dei piccoli centri di raggiungere la città vicina ove solitamente si trovano gli uffici) potrebbe essere raggiunta mediante un capillare decentramento dei pubblici servizi; ma questo richiederebbe ingenti stanziamenti pubblici, non possibili per un governo impegnato a portare avanti un’economia di guerra ed a distribuire benefici fiscali per i redditi alti.

Negli uffici postali saranno inoltre allestiti degli spazi di co-working, ovvero aree di lavoro condivise con accesso alla banda ultralarga; un vero e proprio controsenso, alla luce del Decreto Brunetta – tutt’ora in vigore – che ha stroncato lo smart working nel pubblico impiego, costringendo centinaia di migliaia di dipendenti pubblici a più frequenti spostamenti, che inevitabilmente generano inquinamento.

PER UN POTENZIAMENTO DEGLI UFFICI ANCHE NEI PICCOLI CENTRI.

PER UN GRANDE PIANO DI ASSUNZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

PER UN MAGGIORE ACCESSO AL LAVORO AGILE, MA SEMPRE SU BASE VOLONTARIA.

NO ALLE PRIVATIZZAZIONI, PER IL RITORNO DI POSTE ITALIANE ALLO STATO

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