La multinazionale americana UPS annuncia la chiusura dell’HUB di Calderara di Reno

A rischio più di 50 posti di lavoro. Riunito ieri il Tavolo di Salvaguardia.

Si è tenuto ieri il tavolo di Salvaguardia richiesto da SGB e Si Cobas, in rappresentanza dei lavoratori dell’appalto HUB UPS di Lippo di Calderara a seguito della comunicazione di chiusura del sito produttivo pervenuta alle OO.SS. alla vigilia di Ferragosto da parte dell’azienda in appalto TMG. 

La notizia è giunta inaspettata dopo che proprio a luglio era stato siglato un accordo sulla mobilità volontaria. La procedura è stata quindi chiusa unilateralmente da parte datoriale e ritrasformata in un licenziamento collettivo. 

Un calvario quello dei lavoratori di Ups partito all’inizio della pandemia, a marzo 2020, quando l’UPS attuava senza preavviso e in maniera unilaterale la chiusura temporanea dell’Hub Calderara di Reno, nel mentre i lavoratori venivano collocati in CIGO Covid a zero ore.

A seguito di quella improvvisa chiusura i lavoratori si mobilitarono attuando scioperi e proteste fin sotto la Prefettura di Bologna.  Seguirono una serie di incontri e si avviò un percorso per il tramite del quale si attuò la parziale riapertura del Sito, con collocazione dei lavoratori in CIGO causale Covid 19 a rotazione.

Nel frattempo la merce veniva dirottata verso altri siti ed appalti in buona parte presenti sul territorio emiliano. Riorganizzazione realizzata non certo a causa del Covid ma “con la scusa del Covid” semplicemente dove il costo del lavoro era più basso e la manodopera maggiormente precarizzata e ammassata, come nel caso del sito di Carpi. In questa brutta vicenda mai UPS si degnava di presentare un proprio piano industriale e tantomeno mai svelava le reali intenzioni sul futuro dell’Hub UPS Calderara di Reno. La multinazionale americana semplicemente sceglieva di non presentarsi senza riconoscersi quale committenza responsabile dei propri appalti disdettando persino la convocazione prefettizia. 

Ieri, al tavolo di Salvaguardia, di fronte ad un possibile licenziamento di più di 50 lavoratori, Ups ancora una volta, ha scelto di non presentarsi, per conto suo l’azienda Tmg ha dichiarato di non esserci soluzioni alternative al licenziamento e, nel contempo, ha invitato i lavoratori a “cercarsi un altro lavoro”. 

SGB e Si Cobas, alla presenza delle istituzioni locali, hanno richiesto il ritiro della nuova procedura di mobilità e la riapertura di tutto il sito (poiché solo la parte destinata ai lavoratori Tmg è stata oggetto di chiusura), ovvero la salvaguardia e la tutela occupazionale dei lavoratori presenti sul sito di Ups da più di 15 anni.  

Il tavolo si è concluso con l’impegno delle istituzioni ad interloquire con la Committenza UPS e ad una prossima convocazione per la settimana prossima, in modo da poter avere maggiore chiarezza sulle prospettive occupazionali e produttive del sito. 

Da parte sindacale le OO.SS non possono che augurarsi la risoluzione dell’ennesimo licenziamento collettivo prospettato da una multinazionale presente sul territorio da anni ma pronta ad una propria riorganizzazione interna senza alcun tipo di confronto con i lavoratori e le OO.SS che li rappresentano.  Pronte ad intraprendere le iniziative di lotta a tutela dell’occupazione dei lavoratori, a respingere qualsiasi utilizzo strumentale della pandemia per scopi di ristrutturazioni aziendali volti a disfarsi di lavoratori sindacalizzati.

L’11 ottobre Sciopero Generale Nazionale di tutto il sindacalismo di Base contro tutti i licenziamenti e le politiche contro i diritti dei lavoratori da parte del Padronato e del Governo Draghi.

P. Si Cobas Bologna
Eleonora Bortolato 
P. SGB Bologna 
Valentina Delussu 

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