Firmato il rinnovo contrattuale per le Funzioni Centrali. Il primo, che traccia la linea anche per le chiusure a breve per i lavoratori dei comparti di funzioni locali, istruzione e sanità. A 5 giorni da uno sciopero indetto da Cgil e Uil anche per un contratto che praticamente avevano già firmato!
Aumenti medi di 85,70 euro lordi (tabella Ministeri, Area 2 F6), al lordo anche dell’indennità di vacanza già in busta paga: ancora una volta, in media neanche 50 euro in più in busta paga.
Questa la realtà delle cifre nelle tabelle del contratto, scritte e firmate nero su bianco, alla faccia di chi continua a mentire parlando di contratto storico, di aumenti medi da 117 euro lordi e di quasi 100 euro nette nelle buste paga.
Di storico c’è la crisi salariale che vivono i dipendenti, dopo un vuoto di aumenti che dura praticamente dal 2009: continua la politica fallimentare che ha messo in crisi i lavoratori, tagliando peso agli stipendi per spostare tutto sui contratti aziendali e sull’incertezza e la discrezionalità del salario accessorio e della valutazione: il contratto di Brunetta.
Ed infatti sempre più valutazione e discrezionalità, con il contratto appena firmato che stabilisce che diventerà centrale e peserà almeno il 40% ai fini di ogni riconoscimento economico e di carriera, base in un sistema per attribuire posizioni ed indennità di coordinamento con cifre fino a 29.000 euro, oltre stipendio e premi di risultato, che fanno impallidire i trattamenti di tutti.
Non è un caso che, anche chi non ce l’aveva come l’Agenzia delle Entrate, solo qualche giorno fa ha chiamato le solite organizzazioni a firmare l’accordo per il sistema di valutazione individuale, puntualmente arrivato.
Un contratto per cui spacciano incredibilmente come conquista la trattenuta stipendiale per i primi 10 giorni di malattia, con l’inasprimento sempre più insopportabile del sistema sanzionatorio, per cui dovremo lottare perché ci sia il generale passaggio in terza area per centinaia di migliaia di lavoratori sotto inquadrati da una vita, che vede l’arrivo di una quarta area che nasce vuota ed alla quale si accede, esatto, previa valutazione e discrezionalità.
Un contratto che continua a correre a sostituire diritti, certezze, salario e carriera con incertezza e discrezionalità. Il contratto di Brunetta. E sindacati al seguito.