IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO È DEI LAVORATORI E NON SINDACATI!
Il giorno prima dello sciopero nella Scuola del 17 novembre, uno scioperoteoricamente a difesa di salari e pensioni, Cgil e Uil, insieme a Cisl, Confsal,Snals, Gilda ed altri, hanno firmato all’Aran l’accordo per scippare il TFR ai Lavoratori della Scuola, come si sta già procedendo anche nel resto del Pubblico Impiego. Nelle stesse ore in cui Landini blaterava in TV controSalvini sulla democrazia sindacale e sulle libertà di scelta dei lavoratori, la CGIL firmava un accordo col governo sul silenzio assenso secondo cui, se il lavoratore della scuola (docente, ATA o educatore) assunto a partire dal 2019 non comunica formalmente la volontà di mantenere il suo TFR all’Inps arriva lo scippo e se lo ritrova irreversibilmente trasferito nel fondo pensione Espero gestito da Cgil Cisl Uil & C sui mercati finanziari. Il diritto al ripensamento durerà solo 30 giorni e non è ancora del tutto chiaro attraverso quali canali informatici sarà trasmessa la proposta ai lavoratori, lo ripetiamo,assunti a partire dal 2019 e prima dell’Accordo del 16 novembre,“nell’ottica di favorire scelte consapevoli ed informate sulla previdenza complementare”. Vale la pena di evidenziare che quest’operazione avviene a soli pochi mesi dalla pubblicazione della Relazione annuale della COVIP dalla quale si apprende che il 2022 è stato l’anno nero dei rendimenti dei fondi pensione con perdite che hanno anche raggiunto il 12,5%. E nemmeno viene ricordato ai lavoratori che il Fondo non viene rivalutato rispetto all’inflazione. Pertanto, soprattutto in una fase in cui si combinano inflazione e recessione, l’adesione al Fondo è un bidone la cui pericolosità aumenta all’aumentare degli anni di lavoro che i docenti e gli ATA hanno ancora da espletare. Nel testo si legge anche che le parti sono “concordi nel valutare l’estensione delle disposizioni del presente accordo relative all’adesione mediante silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato”. Lo scippo del TFR riguarderà, al momento, i lavoratori assunti nella scuola negli ultimi quattro anni ma è del tutto evidente che la volontà governativa è quella di imporre a tutti i docenti e ATA la consegna del proprio TFR a CGIL, CISL, UIL e soci. E tutto questo per alimentare una delle più grandi mangiatoie gestite dai sindacati!
Per queste ragioni bisogna dire no!
Secondo noi di SGB, non è un caso se a tutt’oggi, oltre il 90 % dei lavoratori del comparto Scuola non ha aderito al Fondo Espero nonostante la massiccia ed ininterrotta campagna pubblicitaria portata avanti dai sindacati a partire dal lontano 2006, anno dell’attivazione del Fondo. CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA e ANP hanno usato, in questi 17 anni, milioni di ore di assemblee sindacali nel disperato tentativo di vendere questo fallimentare prodotto finanziario e sono riusciti a convincere meno del 10 % della categoria. Il 16 novembre 2023, preso atto che 9 lavoratori su 10, se si trovano nella condizione di decidere liberamente, preferiscono lasciare il proprio TFR all’INPS e non nelle loro mani, i sindacati si sono accordati con il governo per l’introduzione del silenzio assenso. Noi di SGB non ci meravigliamo più di nulla poiché, da decenni, questi sindacati parlano di lavoro povero ma sono proprio i loro contratti collettivi che hanno reso l’Italia il Paese con i salari reali più bassi d’Europa, parlano di diritto alla mobilità e firmano contratti che implementano i vincoli per i docenti,parlano di Brunetta ma erano a cena a casa sua qualche sera prima che ridiventasse Ministro della Funzione Pubblica, parlano di pensioni pubbliche, ma dal 1995 ne accompagnano smantellamento e privatizzazione, parlano persino di democrazia sindacale e diritto di sciopero, inscenando un finto scontro con Salvini, ma omettono di dire che il “Garante” sullo sciopero applica le regole che loro stessi hanno reclamato contro i sindacati di base.
Non c’è dunque da meravigliarsi se pure ad uno sciopero che si preannunciava importante nella Scuola, quello del 17 novembre 2023, si è registrato un tasso di adesione che non è andato oltre il 6,5 % nonostantefosse stato appunto proclamato da sindacati c.d. “maggiormente rappresentativi”.
Non è periodo per poter essere passivi, passa dalla tua parte, se sei stato assunto a partire dal 2019, rivolgiti a SGB per formalizzare il tuo dissenso all’adesione al Fondo Esperoscrivendo all’indirizzo scuola@sindacatosgb.it