Fannulloni Smart

Pubblico Impiego. Confermato il lavoro in presenza.Pandemia in ripresa. Non per i Dipendenti Pubblici

Fannulloni Smart

Se a qualcuno fosse balenata solo per un attimo l’idea che il ministro Brunetta avesse ricevuto l’illuminazione sulla via di Damasco si tolga immediatamente ogni grillo dalla testa. Tutta l’azione del ministro sin dal suo insediamento non è altro che la riproposizione in “salsa rosa” della sua antica (nemmeno tanto) guerra ai Pubblici Impiegati.

Sí, proprio quelli definiti eroi, quelli che con i propri mezzi si sono inventati una didattica a distanza cui nessuno li aveva preparati e che hanno fatto funzionare un’amministrazione pubblica straripante di norme utili a produrre solo cartaccia, ma con servizi al limite della decenza, quelli che ogni giorno facendo lo slalom tra le regole cercano comunque si sono inventati il proprio lavoro, nella latitanza assoluta della maggior parte della dirigenza che la politica vuole asservita, fedele e compiacente.

Brunetta ha esordito con il patto del lavoro pubblico del Marzo scorso in cui le tonitruanti organizzazioni sindacali, ormai istituzionalizzate, si sono ancora una volta inginocchiate davanti all’altare della valutazione discrezionale e di un ulteriore distanziamento salariale (e sociale, stavolta) tra la truppa e la sua dirigenza la cui retribuzione potrà eccedere il “misero” compenso di 240.000 euro annui.

Non paghe, hanno accettato la logica del governo Draghi introducendo l’area quadri contro cui avevano storicamente alzato un muro: e anche in questo caso si tratta di accesso deciso dal dirigente di turno.

Quanto allo smart working (l’anglismo moderno per definire il lavoro a cottimo e a domicilio) il prode Renato ha imposto (?) a tutto il governo la fine dello smart sregolato sostituendolo con un giorno di smart a settimana (anche se non dappertutto è andata così), in attesa dei PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione) che dovevano essere approvati entro la fine di Gennaio 2022, ma che recentemente sono stati prorogati a Luglio.

Da ultimo la nuova circolare a firma congiunta di Brunetta e di Orlando con cui si ribadisce che per i Lavoratori pubblici la norma è, e rimane, il lavoro in presenza, nonostante l’aggravarsi in corso della pandemia tale che per i Lavoratori del settore privato invece si raccomanda il massimo utilizzo dello smart working.

Da qui nascono due prime considerazioni che i Lavoratori, per il governo Draghi, non sono tutti uguali, come invece vorrebbe il buonsenso e le regole della Costituzione, ma che si agisce nei loro riguardi a seconda delle convenienze del governo.

In secundis, Draghi e i suoi ministri si comportano come il buono e il cattivo degli interrogatori della CIA, ma il loro fine è il medesimo: tenere sotto scacco ogni alzata di capo della classe lavoratrice.

Ancora una volta regole accettate passivamente da forze (o debolezze) sindacali piegate alla logica del profitto (leggasi fondo pensione Perseo-Sirio da loro gestito) o accecate dal miraggio di una rappresentatività utile solo a garantire permessi e distacchi sindacali, ma di nessun peso in termini di combattività e resistenza alle imperanti logiche padronali (anche pubbliche).

Oggi SGB, nella devastazione del panorama sindacale, rappresenta una possibilità, una via d’uscita dignitosa per una classe lavoratrice sfibrata, disunita e bloccata dai due anni di pandemia.

Per recuperare la consapevolezza del proprio ruolo c’è bisogno di un sindacato come il nostro che non pieghi la testa, che restituisca il senso di appartenenza di classe, che lotti per ridare forza e peso politico a Lavoratrici e Lavoratori, che operi per sminare il pregiudizio e anzi si adoperi per attribuire orgoglio e dignità al lavoro pubblico.

Per questo chiediamo a tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori pubblici di candidarsi con SGB e presentare le nostre liste in ogni luogo di lavoro.

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