Non passa settimana che amministratori trionfali annunciano il passaggio alle colorazioni più tenui del rosso e a rimangiarsi le parole la settimana successiva dicendo che dobbiamo ancora fare uno sforzo.
Ce lo continuano a ripetere da un anno, ma nessuno di loro è in grado di capire cosa succederà all’indomani.
Adesso il tema vincente (politicamente) sembra essere quello dei vaccini. Anche se le priorità sono stabilite con regole veramente incerte da una parte all’altra dell’Italia.
Al di là del con potenziale conflitto generazionale che qualcuno ha inteso sollevare (vacciniamo prima i giovani o i vecchi?) pare che tutti abbiano dimenticato quel personale che in un anno di pandemia, di chiusure, di tamponi, di vaccini e di morti non ha mai chiuso la saracinesca.
Parliamo, in particolare, dei servizi demografici dei comuni, ma potremmo estenderlo a chiunque lavori presso uno sportello: pubblico o privato che sia (dalle poste ai supermercati).
Per coloro che hanno operato presso uno sportello il rosso, da intenso che era, ha finito per sbiadirsi parecchio.
Per questi lavoratori nessuno ha pensato alla vaccinazione, nonostante si trovino costantemente a contatto con il pubblico e quindi più soggetti ai rischi di contagio, né si sono garantite adeguate sanificazioni al verificarsi dei casi di COVID. Senza contare che in qualche caso sembrano essersi verificati anche casi di quarantene trascorse in presenza.
Per SGB non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B (come magari intende il ritrovato ministro Brunetta), tutti coloro che operano nelle stesse condizioni devono ricevere le stesse tutele:
PARITÀ DI LAVORO,
PARITÀ DI TUTELE
e, non dimentichiamocelo mai,
PARITÀ DI SALARIO