Caltanissetta: la mobilitazione delle lavoratrici della mensa scolastica fa paura

NO ALLA DELEGITTIMAZIONE DI CHI SI BATTE PER I DIRITTI DEI LAVORATORI

In questi giorni si sta svolgendo la trattativa per un cambio appalto dei servizi di refezione scolastica nel Comune di San Cataldo acquisito dal Gruppo Innova, con sede a Roma.
Nel cambio appalto devono essere garantite a lavoratori e lavoratrici le stesse condizioni economiche e contrattuali precedenti e necessariamente prima di firmare i contratti individuali, se non si firma un accordo che prevede le condizioni, i lavoratori hanno diritto di sottoporre il proprio contratto al sindacato di fiducia per verificarne le condizioni previste, cosa che i lavoratori iscritti a SGB hanno preteso, ricevendo in cambio minacce sanzionatorie.
E’ bastata la rivendicazione di questo elementare diritto dei lavoratori per creare uno scontro con l’azienda che ha risposto all’indizione del presidio/assemblea di protesta indetto da SGB con la richiesta a prefettura e Digos di fermare la protesta accusando il sindacato di strumentalizzare i lavoratori e di usare le proteste a scopo ritorsivo.
Lavoratori, è opportuno ricordarlo, con contratti lavorativi di 3 ore al giorno, ed erano ancora meno nel precedente appalto, che si fermano ad ogni interruzione scolastica, in una condizione vergognosa, ormai tragicamente normale, che dovrebbe fare ancora più impallidire in quello che è un appalto pubblico con soldi pubblici.
Respingiamo con forza la tesi di ‘Innova spa’, che il lavoro sindacale di SGB e la protesta dei lavoratori sia un modo illegale per estorcere al datore di lavoro miglioramenti contrattuali.
Abbiamo già vista in questi mesi usare contro altri sindacati di base conflittuali questa teoria inquisitoria con conseguenti arresti dei sindacalisti coinvolti nelle lotte.
Oggi, alla vigilia di uno sciopero generale contro le attuali condizioni dei lavoratori che hanno salari da fame, che vivono condizioni contrattuali misere pur svolgendo servizi pubblici ‘essenziali’ all’interno di un meccanismo di appalti spesso opachi e con l’unico obiettivo di ridurre i costi del lavoro a favore del profitto dell’azienda appaltatrice, non possiamo che ribadire che lottare per i diritti dei lavoratori è un dovere, non un reato.
Lo sciopero generale del 2 dicembre, indetto da SGB con altri sindacati di base, non può che essere l’inizio di una lunga lotta dei lavoratori e delle lavoratrici per maggiori diritti e aumenti dei Salari, per la democrazia sindacale all’interno dei luoghi di lavoro e contro lo sfruttamento.

Condividi: