I fatti: durante le feste natalizie 2021 l’allora segretario FIOM di Bologna e attuale segretario della Camera del Lavoro (CGIL) Michele Bulgarelli ha denunciato per diffamazione aggravata il rappresentante SGB Massimo Betti per i contenuti di alcuni comizi tenuti davanti alla Ducati e la distribuzione di un volantino, in occasione di uno sciopero durato 8 giorni (fine ottobre/inizio novembre 2021) indetto dalla stessa SGB.
I video dei comizi sono tuttora visibili sulle pagine FB di SGB in quanto non abbiamo mai ritenuto di doverli rimuovere nonostante lo scopo intimidatorio insito nella querela.
In particolare la CGIL reputava diffamatorio il seguente testo di un volantino: “in accordo con un sindacato compiacente si organizza lo svuotamento all’intero dei magazzini dei lavoratori più garantiti”, in questo caso si parla di anzianità ventennale, per riorganizzarli con manodopera precaria e non formata, esclusivamente allo scopo di ridurre i costi e aumentare i profitti, nonché le frasi pronunciate nel comizio: “a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori della Ducati e degli altri luoghi di lavoro della nostra citta: vi chiediamo semplicemente la solidarietà, di non credere alle bugie, alle balle, alle falsità che i padroni sindacalisti corrotti vi stanno raccontando. Questa lotta è la lotta di tutti” e ancora “Questo è uno sciopero ad oltranza! E ci appelliamo alle operaie e agli operai della Ducati perché si uniscano, solidarizzino con questa lotta perché non è possibile che i lavoratori in sciopero vengano sostituiti da altri lavoratori interinali. Questa cosa è anticostituzionale, è una cosa che va contro la legge che i nostri nonni e i nostri padri hanno imposto, che va contro la legge che il movimento operaio ha ottenuto negli anni 70 con migliaia e migliaia di lotte e mobilitazioni. Oggi tocca a loro ma domani potrebbe toccar a chiunque. Siamo di fronte a quello che non si può che definire fascismo sindacale”
Il 27 maggio 2022 la Procura della repubblica avanzava richiesta di archiviazione “per particolare tenuità del fatto”, la CGIL decideva di opporsi a tale richiesta asserendo, tra le altre cose, che: “la condotta di Betti non era stata episodica ma reiterata e contraddistinta per il ricorso ad una pluralità di condotte attuate per mezzo di diversi ed eterogenei mezzi di diffusione” e che le accuse mosse avrebbero “mirato a screditare radicalmente il ruolo del sindacato e dei suoi delegati, rappresentando entrambi come soggetti volti a perpetrare logiche di finta lotta al di fuori di ogni finalità di interesse per i lavoratori”
Il 15 marzo 2023 vi è stata l’udienza al Tribunale di Bologna e il 3 maggio il giudice ha emesso il proprio decreto: un’ordinanza di archiviazione “per infondatezza della notizia di reato” in quanto ha ritenuto che: “la condotta ascritta a Betti e più ampiamente e precisamente descritta negli atti delle parti assume interamente i connotati di critica sindacale, condotta cioè scriminata ai sensi dell’art. 51 c.p. “ e ancora: “si deve ritenere che l’uso di espressioni quali fascismo sindacale o padroni sindacalisti corrotti esuli dall’invettiva personali ma assume, al contrario, un giudizio valutativo ideologicamente rispondente alla narrazione di lotta e opposizione sindacale”.
Vogliamo fare una prima considerazione di metodo: utilizzare lo strumento della querela tra sindacati, anche quando vi siano conflitti accesi, è una pratica che non ci appartiene in quanto gli scontri politici non si possono risolvere nelle sedi giudiziarie. Se SGB usasse lo stesso metro usato dal segretario della Camera del Lavoro passeremmo le giornate a querelare delegati di altri sindacati, volantini, comunicati ed invettive che pure non sono mai mancate nei nostri confronti.
Nel merito, il fatto che la CGIL abbia sentito l’esigenza di querelare per frasi che fanno riferimento ad un sistema di “fascismo sindacale” nelle quali, fra l’altro, lei non vien mai citata, fa comprendere bene il fatto che sia voluta intervenire contro SGB non tanto e non solo per ciò che è accaduto alla Ducati, ma per la campagna contro il “fascismo sindacale” che SGB ha avviato da lungo tempo anche in questo territorio, dove ai lavoratori che sostengono i sindacati di base e conflittuali vengono negate le libertà sindacali più elementari: l’assemblea, la trattativa, la contrattazione l’informazione, la presentazione di piattaforme rivendicative.
È questa, ad esempio, la situazione che ci troviamo a combattere al Comune di Bologna dove la CGIL, non da sola, si oppone alle agibilità sindacali per SGB e per la quale stiamo ancora attendendo un intervento del Sindaco.
Ci auguriamo che almeno dopo questa “lezione di democrazia” la Camera del Lavoro eviti di proseguire su questa strada e rifletta sul fatto che non esistono “unti del signore” che detengano nelle proprie mani il potere di concedere o di negare quelli che sono diritti dei lavoratori e che negare ad altri sindacati le libertà sindacali favorisce solo padronato e controparti in genere.
Il Decreto del Giudice ci rafforza nella convinzione che la battaglia per la democrazia sindacale vada proseguita senza sosta e senza curarsi delle intimidazioni di qualsiasi natura esse siano.
Ringraziamo l’avvocato Elia De Caro che ha agito con grande professionalità e capacità.
E’ possibile vedere la diretta della conferenza sulla pagina FB di SGB Bologna