In questi anni abbiamo assistito al progressivo abbandono da parte delle amministrazioni comunali di Castel San Giovanni degli investimenti in termini di risorse umane e materiali sulla storica biblioteca di villa Braghieri, investimenti che avrebbero garantito migliore funzionalità e un più alto livello alle prestazioni rivolte agli utenti.
Al di fuori dei ripetuti interventi di restauro svolti sotto la visione della sopraintendenza delle belle arti non si è pensato di sostituire e integrare in questi anni il personale che è andato o era in procinto di andare in pensione (bibliotecario, assistenti). Il servizio è stato quindi “temporaneamente” chiuso al pubblico all’insorgere della pandemia (primavera 2020). Ciò che doveva essere temporaneo è diventato poi stabile. Si è lasciato chiuso questo importante servizio, due anni nell’”oblio”, senza pensare al danno che ciò ha rappresentato per la comunità.
Se è vero che “la pandemia” ha creato seri problemi, ciò doveva essere motivo per questa amministrazione di stimolo per attivarsi prontamente per ricostituire e potenziare la dotazione organica, adottando subito idonee procedure (anche ai sensi del dlgs 81) per riaprirlo già lo scorso anno garantendo sicurezza agli utenti (in particolare studenti) che avrebbero usufruito di questo “bene” di rilevante importanza. Ciò non è stato.
Abbiamo assistito in questi anni a politiche di basso profilo: anche l’ “orizzonte culturale” in cui si è mossa questa amministrazione assomiglia a quello dell’“amministratore di condominio”: un orizzonte delimitato prettamente da bilanci di entrate/uscite. Politiche che reputano questi servizi costosi (vedi anche asili nido, trasporti scolastici etc) e non strategici e fondamentali per qualificare un territorio, che tutto ciò che non porta entrate debba essere esternalizzato e ceduto ai privati.
L’Ente, in quest’ottica deve limitarsi sempre più ad essere una “macchina burocratica” di “controllo” ed erogazione di bollette. Nel piccolo questa amministrazione comunale alla fine fa ciò che su scala più grande persegue il governo “Draghi” con le liberalizzazioni dei servizi pubblici. Qui risulta del tutto assente la politica intesa come progetto di sviluppo organico del territorio, ottenuto grazie anche a servizi qualificanti gestiti direttamente con personale proprio formato e aggiornato dall’Ente Comune, in stretto contatto con i bisogni e le problematiche dei cittadini/utenti.
La decisione di affidare la biblioteca di Villa Braghieri ad un gestore esterno da parte di un’Amministrazione a cui, come direbbe una nota pubblicità “piace giocare facile” “glissa” così la problematica di cercare strade piu tortuose ma alla fine redditizie, finalizzate a continuare e migliorare la gestione diretta di questo grande patrimonio culturale lasciato in eredità dall’Avvocato Braghieri. Si spendono sempre più soldi pubblici ma per favorire privati. Come sindacato siamo stati sempre contrari alle politiche degli appalti ed esternalizzazioni di servizi pubblici importanti e qualificanti per il territorio, come è anche il caso della biblioteca comunale. Le politiche degli appalti si accompagnano inoltre spesso ai concreti rischi di favorire sistemi clientelari; si va inoltre a incentivare anche a livello locale la spinta alla ulteriore precarizzazione del lavoro. Si creano così ulteriori lavoratori meno garantiti e più ricattabili, con contratti peggiorativi rispetto a quelli di mansioni analoghe del settore pubblico, il tutto a vantaggio dei profitti delle aziende che subentrano nella gestione di tali servizi.