In data 9 giugno 2021 è stato registrato il decreto interministeriale n. 156 del 13 maggio 2021 relativo alla procedura selettiva riservata al personale ATA – ex LSU impegnato per almeno 5 anni presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo determinato o indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei servizi di pulizia.
Secondo la tabella di ripartizione dei posti contenuta nell’apposito bando di reclutamento pubblicato il 16 giugno (D.D.G. n. 951) su un totale di 1.591 posti stabiliti per tutto il Paese (un numero ridicolo se solo si pensa che gli esclusi dal primo bando superano le 10mila unità a livello nazionale) solo 264 saranno destinati alle province meridionali (inclusa la Sardegna). La Sicilia dovrebbe accontentarsi dei soli 2 posti di Catania mentre la Calabria scompare completamente dai radar del Ministero dell’Istruzione.
Questa decisione costituisce l’ennesima ingiustizia nei confronti di persone che per diversi anni hanno lavorato nelle scuole statali seppur alle dipendenze di ditte private in appalto.
Dopo aver già quantificato (con la legge di bilancio per il 2019) in circa 11mila unità gli LSU da internalizzare (basandosi esclusivamente sui dati prevalentemente forniti delle aziende) lo Stato ha poi avviato il calvario degli esclusi (lavoratori licenziati dalle ditte private in appalto alle scuole per effetto della nuova legge sull’internalizzazione) e dei 4.485 lavoratori in part time a metà stipendio per il primo anno di lavoro alle dirette dipendenze dello Stato.
In data 20 maggio 2021, il Ministero dell’Istruzione ed i sindacati c.d. maggiormente rappresentativi hanno anche siglato un’intesa che stabilisce l’inserimento dei collaboratori scolastici – ex LSU inizialmente assunti a part time nelle graduatorie interne d’istituto ai fini dell’individuazione dell’eventuale perdente posto. In pratica è stato esteso a questa parte di ex LSU il rischio (già previsto per tutto il resto del personale scolastico con la sostanziale differenza che gli ex LSU non hanno diritto al riconoscimento degli anni di servizio antecedenti all’internalizzazione) di perdere la titolarità della sede di servizio appena ottenuta.
Lavoratori che erano necessari quando si trovavano sotto le dipendenze delle imprese private vengono dichiarati “soprannumerari” una volta assunti dallo Stato. Se il ministero avesse provveduto ad adeguare gli organici almeno agli stessi numeri di posti antecedenti all’internalizzazione non ci sarebbero stati nemmeno i problemi dei perdenti posto. Alla luce di quanto sopra riportato, si rende indispensabile un intervento normativo immediato per l’adeguamento delle dotazioni organiche ATA, provincia per provincia, attraverso il quale vengano incrementati i posti in organico di diritto dei collaboratori scolastici tenendo conto di tutti i lavoratori effettivamente in servizio prima dell’internalizzazione del 2020 (tra statali ed esterni).
Soltanto con adeguate dotazioni organiche si potranno evitare esuberi e bandire nuovi concorsi per reclutare tutti gli esclusi.