DIFENDIAMO LA SANITA’ PUBBLICA E TUTELIAMO IL PERSONALE DEL SSN
Lavoratrici e lavoratori del comparto sanità con salari da fame e erosi dall’inflazione e dal caro vita, carenza cronica di personale, blocco assunzioni e mancanza di turnover, precarietà permanente e sfruttamento, assenza di investimenti e risorse nella sanità pubblica, disorganizzazione diffusa, condizioni di lavoro inumane e esasperanti, turni infiniti e massacranti, rientri su riposi, aggressioni e violenze di ogni tipo, conciliazione vita lavoro impossibile, gratificazioni inesistenti, responsabilità crescenti e non riconosciute, ferie accumulate e non godute, una montagna di ore di straordinario non pagate, figure verticistiche arroganti e troppo spesso non competenti, disuguaglianze e favoritismi, recupero psicofisico inesistente, condizioni di forte stress e rischi aumentati per burnout, sicurezza e salute.
Sono queste, e diverse altre, le condizioni che umiliano e sviliscono i dipendenti di ogni ruolo del comparto sanità.
Una sanità pubblica ormai in coma irreversibile. Un SSN seriamente a rischio crack, svuotato di investimenti, risorse e professionalità e che, nelle critiche condizioni in cui versa, non ha e non puòpiù avere appeal per medici e personale delle professioni infermieristiche, sanitarie e sociosanitarie.
Un diritto alla salute e alle cure destinato purtroppo a soccombere e ad essere oggetto degli appetiti e dei profitti dei privati, mentre all’orizzonte non si vede nessuno sforzo da parte della politica per invertire una tendenza, ormai ultra trentennale, di smantellamento della sanità pubblica.
Regioni e governo battibeccano sulla sostenibilità, sul finanziamento e su chi deve mettere risorse per il funzionamento del SSN, ma intanto si allungano le liste d’attesa, vero e proprio inferno per chi necessita di aver accesso alle prestazioni sanitarie, si chiudono interi reparti, punti nascita e pronto soccorso, si continuano a tagliare posti letto, spariscono auto mediche, ambulatori e servizi di continuità assistenziale, la medicina territoriale rimane solo nelle parole, ospedali e case della comunità, parte del PNRR, stentano a funzionare e il sistema emergenza urgenza è al collasso da tempo.
Ma per una sanità che diventa sempre meno pubblica e più privata, che è costretta a subire anche le picconate che giungono dalle scellerate scelte che spingono verso l’autonomia differenziata, ci sono direttori e manager delle aziende ospedaliere e sanitarie (con bilanci in profondo rosso) chepercepiscono superpremi (fino al 20% della loro retribuzione annuale rispetto alle quote sotto il 6% delle lavoratrici e dei lavoratori), che valgono più di una intera retribuzione annuale di una lavoratrice o un lavoratore del comparto, per gli obiettivi (quali?) raggiunti del 2022.
Mentre per il personale, grazie al quale il SSN riesce ancora a stare in piedi e i LEA riescono ancora ad essere garantiti al prezzo di riposi e ferie saltate e di abusi su orario di lavoro straordinario e pronta disponibilità, non c’è un solo centesimo per il rinnovo del contratto, sicché i salari restano e resteranno da fame, ancora ampiamente tra i più bassi d’Europa da 30 anni a questa parte,largamente soffocati dall’inflazione e al limite del lavoro povero.
E oltre il danno anche la beffa! Perché assai povere sono anche le risorse per i fondi da cui dipendono il salario accessorio, il riconoscimento delle indennità e del disagio di determinate condizioni di lavoro, la valorizzazione di competenze e professionalità, la premialità, i DEP (ex fasce o PEO progressioni economiche orizzontali).
Il SSN esiste da 45 anni e da 45 anni, ogni giorno e ogni notte, nei feriali e nei festivi, operatrici e operatori delle professioni infermieristiche e sanitarie, OSS, personale tecnico, professionale e amministrativo con il proprio impegno, la propria professionalità, le proprie competenze, garantiscono a tutte e tutti l’accesso alle cure, alle terapie e alle prestazioni.
Eppure, da oltre 30 anni, il SSN subisce tagli e continui definanziamenti, svendite al privato. E da oltre 30 anni i dipendenti del comparto sanità continuano ad essere sottopagati e sfruttati.
Ora la misura è colma e tutto ciò non è più tollerabile.
Non è più il tempo di false promesse, accordi spazzatura, intese al ribasso, compromessi attraverso cui si specula sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.
Non è più il tempo delle nozze coi fichi secchi!
I cittadini meritano una sanità pubblica di qualità e il rispetto del diritto alla salute.
Le lavoratrici e i lavoratori del comparto sanità meritano un salario significativamente più alto, riconoscenza e condizioni di lavoro decenti.
È dunque chiaro che serve subito una battaglia politica e sindacale, una nuova e determinata stagione di lotte in difesa della sanità pubblica e a tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto sanità.
SGB e i sindacati di base sono già in mobilitazione in tutto il paese.
È STATO PROCLAMATO LO SCIOPERO GENERALE DI 24H PER LA GIORNATA DEL 20 OTTOBRE
Lanciamo l’appello a tutte le lavoratrici e ai lavoratori della sanità ad aderire e a partecipare alle manifestazioni e presidi
➢ per la difesa della sanità pubblica e del SSN
➢ per dire basta alle privatizzazioni, appalti e esternalizzazioni
➢ per chiedere lo stanziamento di risorse e corposi investimenti nella sanità
➢ per il rinnovo del contratto del comparto sanità
➢ per aumenti salariali di almeno 300€ mensili netti in busta
➢ per una ampia campagna di assunzioni, con lo scorrimento delle graduatorie, e stabilizzazioni
➢ per condizioni di lavoro umane e decenti
➢ per la tutela dei diritti, della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori
SGB Sindacato Generale di Base
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