Alluvione in Emilia Romagna – un disastro annunciato

senza prevenzione il territorio affonda

SGB esprime cordoglio per le vittime e solidarietà alle popolazioni emiliano-romagnole colpite dalle drammatiche conseguenze del maltempo. Esprime altresì vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori che in queste ore sono impegnate/i nelle attività di soccorso.

Quella che ha colpito l’intero territorio della Romagna e, in buona parte, anche quello dell’Emilia è senza dubbio una catastrofe di dimensioni bibliche che forse, visto il carattere di estrema eccezionalità, non poteva essere prevedibile, ma poteva essere prevenuta come ormai molti tecnici lontani dalla propaganda politica asseriscono pubblicamente.

Già all’indomani delle alluvioni del 2 e 3 maggio SGB aveva stigmatizzato la mancanza di una adeguata prevenzione e allo stato attuale, con più di mezza regione sott’acqua, risulta ancora più evidente cosa significhi tagliare risorse economiche, tecniche, professionali e specializzate per la tutela del territorio, nonché la sorveglianza e la salvaguardia idrogeologica. A maggior ragione in una fase in cui i cambiamenti climatici evolvono con chiara rapidità e in una regione fortemente antropizzata.

È bene chiarire che la dichiarazione di allerte rosse non significa fare prevenzione, che invece si fa rendendo disponibili risorse per mettere in sicurezza il territorio, pianificando per tempo tutti gli interventi di controllo e manutenzione, rinforzando gli uffici preposti e le strutture tecniche competenti, assumendo personale qualificato per ogni profilo specifico e investendo sulla formazione.

Purtroppo gli enti locali, regione e amministrazioni comunali, hanno da tempo abbandonato questa linea, hanno sottostimato il fabbisogno di personale e hanno fatto sparire o cancellato per sempre certe competenze dagli organici, spesso traslando, con il criterio degli appalti con al max ribasso, attività specifiche e fondamentali riguardanti la tutela e la sicurezza del territorio verso il privato e il profitto di pochi a discapito dell’intera collettività.

Di fronte alla immane catastrofe che ha colpito l’Emilia Romagna ci aspetteremmo da parte della giunta regionale e delle amministrazioni comunali una assunzione di responsabilità… e di serietà.

Certamente non un presidente di regione che, invece di coordinare l’emergenza, sorrideva e sbandierava dalla partenza, a Scandiano, della tappa del giro d’Italia mentre tutti i fiumi da Bologna a Rimini stavano straripando e sommergendo le case dei cittadini emiliano romagnoli.

Per non parlare delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che, nonostante l’allerta rossa meteorologica e le strade invase da acqua e fango, sono state/i costrette/i a recarsi comunque a lavoro mettendo in serio pericolo la propria incolumità e la propria vita.

Una situazione che SGB ha da subito disapprovato inviando PEC e mail, telefonando alle direzioni aziendali, attivando i propri RLS e RSU e ottenendo, laddove possibile, l’accesso allo smart working o i permessi retribuiti per calamità naturale.

Perché catastrofi del genere non accadono più, è bene che la giunta regionale apra una nuova fase di confronto non più incentrata al risparmio, alla esternalizzazione dei servizi e alla riduzione delle risorse professionali.

Abbiamo assistito anche a comportamenti che dal disinteresse si sono presto trasformati in arroganza da parte di alcune figure istituzionali totalmente fuori luogo e a tentativi di scaricare le proprie responsabilità su cittadini e lavoratori.

Ora siamo impegnati nella difesa e nell’aiuto di lavoratori e cittadini coinvolti in questo disastro e il consuntivo lo si potrà fare solo a conclusione di tutta questa vicenda ma fino da ora vogliamo affermare che non tollereremo nessun scaricabarile, nessun comportamento lassista e tanto meno nessuna decisione che scarichi i costi di questo disastro annunciato sulle spalle dei lavoratori.

Si parta dalla consapevolezza che è necessaria una svolta totale, un cambio di rotta che agisca con politiche di rafforzamento e crescita del personale per mezzo di assunzioni e massicci investimenti per una gestione pubblica e valida nella messa in sicurezza territoriale e dell’insieme del sistema idrogeologico.

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