Un anno fa in piena emergenza da Covid, in un momento di grande difficoltà del nostro Paese, da Cuba arrivarono le brigate mediche ad aiutarci nella gestione della pandemia. In particolare, su richiesta della Regione Lombardia e della regione Piemonte, Cuba inviò a Crema, Cremona, Bergamo e Torino un gruppo di propri medici e infermieri della Brigata di solidarietà “Henry Reeve”
Cuba è venuta in nostro soccorso malgrado da 61 anni subisca gli effetti nefasti di un embargo economico e commerciale voluto dagli USA, che impedisce al popolo cubano di potersi rifornire di generi di prima necessità, compresi farmaci e apparecchiature elettro-medicali e nonostante che il contagio sia stato portato a Cuba proprio da tre turisti italiani.
Allora furono migliaia i messaggi di ringraziamento di pazienti e di cittadini comuni a cui si affiancarono alcuni attestati istituzionali.
Riportiamo le parole del Presidente del consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia “Persone che hanno fatto molto più del loro dovere in senso stretto, rischiando anche la vita, talvolta perdendola, riuscendo tutti insieme a contenere una situazione imprevedibile, che si è abbattuta su di noi come una valanga. Un’attestazione che abbiamo deciso di conferire anche alla brigata Henry Reeve, a cui va il nostro profondo ringraziamento”
Infine quelle della sindaca di Crema Stefania Bonaldi “La presenza a Crema dell’Esercito Italiano e dei nostri Hermanos de Cuba ci consentì di realizzare che non eravamo soli, restituendo alla nostra comunità coraggio e speranza”.
Nei giorni scorsi, nel Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite la rappresentanza del governo italiano ha invece votato contro una risoluzione di condanna per le ripercussioni negative dell’embargo USA.
La risoluzione è stata comunque approvata con 30 voti favorevoli, 15 contrari e due astenuti.
Il voto del “Governo dei migliori”, non solo non fa onore ad un intero paese che, davanti a tutto il mondo, dà sfoggio di una arrogante ingratitudine, soprattutto non è il sentimento che anima noi e tutti quei lavoratori che conoscono l’importanza della solidarietà in momenti come questi.
Crediamo che la risposta migliore sia quella di rinnovare la nostra solidarietà concreta rilanciando la sottoscrizione per il finanziamento dell’Istituto Finlay di Cuba che sta mettendo a punto il vaccino Soberana e che nonostante l’embargo, sarà messo a disposizione gratuitamente per quei popoli che non potranno permettersi di acquistare i vaccini delle multinazionali farmaceutiche.
Per le lavoratrici ed i lavoratori occidentali, sostenere il vaccino cubano significa inoltre sostenere un’alternativa ai vaccini delle multinazionali, a sostegno della pubblicizzazione dei brevetti sottraendoli alla logica del profitto economico
Cuba sta facendo tutto da sola ed ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Per questo SGB si è fatto promotore di una raccolta fondi a favore dell’istituto Finlay di Cuba.