Ancora l’accordo di CGIL CISL UIL E SINDACATI AUTONOMI a ruota. Non solo un altro contratto a perdere
Arrivano le pagelline all’Agenzia delle Entrate. A dicembre l’accordo e l’ennesimo via libera da parte sindacale, da cgil cisl uil fino a salfi flp e confintesa: in questi giorni l’inizio delle procedure negli uffici.
In preparazione del nuovo contratto, l’ennesimo a perdere, firmato in bozza sempre lo scorso dicembre, in cui gli stessi hanno già concordato che il giudizio dirigenziale avrà il peso di almeno il 40% nell’attribuzione di salario, passaggi di fascia, indennità. Almeno il 40%…
Continuano a voler disgregare i lavoratori, per indebolirli, continuano a volerli mettere uno contro l’altro, in un futuro in cui si sgomita e si fa di tutto per entrare nelle grazie del dirigente, perché gli assegni qualche soldo o solo perché non dia un giudizio negativo che ti porti fino al licenziamento.
Da oltre 15 anni bloccano i contratti o concordano elemosine, per creare sempre più uno stato di bisogno che sottoponga adesso i lavoratori alla valutazione, al volere ed al soldo del dirigente. Lo stesso che adesso può portare a casa anche una retribuzione oltre i 240.000 euro.
Stanno sostituendo i diritti, persino quello fondamentale ad un salario dignitoso, del posto stesso di lavoro, cancellandoli con discrezionalità e pagelline. Che vergogna. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: da troppo tempo si fa già fatica ad arrivare a fine mese. Da troppo tempo il lavoro non basta mai e non si gestisce più.
Con uffici sempre più vuoti e sempre più a rischio estinzione, un’età media del personale altissima, carichi e scadenze sempre più ingestibili e pericolose e lavoratori sempre più in difficoltà, cgil cisl uil salfi flp ecc. danno al dirigente anche il potere di darti obiettivi personali e pagelline discrezionali. Basta!
C’è bisogno di stipendi certi e dignitosi il 23 di ogni mese, assunzioni ed uffici e servizi pieni. Altro che elemosine e pagelline.
La necessità di abbandonare finalmente sindacati complici che da troppo tempo non hanno più niente a che fare con gli interessi dei lavoratori.
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