Per una PA vintage! Più anziani al lavoro. Meno assunzioni
Dopo aver visto l’elevazione a 70 anni (ora 67) dell’età di pensionamento dei dipendenti pubblici (Qui) e la questione legata ai rinnovi contrattuali (Qui ) andiamo a vedere cosa altro prevede la finanziaria 2025.
Uno degli aspetti più controversi riguarda proprio l’abbinamento di due aspetti secondo i quali da un lato si incentiva il trattenimento in servizio (art. 23, comma 5) di chi ha già maturato il requisito per andare in pensione e dall’altro si bloccano le facoltà assunzionali 2025 per le amministrazioni con più di 20 dipendenti al 75% delle cessazioni e senza possibilità di recupero negli anni successivi (art. 110, comma 2).
Il primo aspetto potrà applicarsi a discrezione delle amministrazioni pubbliche nella misura del 10% delle assunzioni possibili e versando direttamente alla persona interessata la parte di contribuzione.
Questo comporterà un ulteriore taglio del 10% delle assunzioni e un aumento della retribuzione per chi si trattenesse oltre l’età pensionabile: esattamente il contrario di ciò che il Governo dice di voler fare per trattenere i giovani nella PA.
Nella scuola poi il taglio è drasticamente preciso: meno 5660 docenti e meno 2174 unità di personale ausiliario (art. 110, comma 7).
Se uniamo le questioni il risultato inevitabile è l’ulteriore invecchiamento della popolazione lavorativa e un altro taglio strutturale alle assunzioni ed ai servizi pubblici. Basta.
Ancora. Se le amministrazioni decidessero di tagliare ulteriori posti di lavoro in modo permanente (ancora!), i risparmi potrebbero confluire nel fondo del salario accessorio, ma solo in misura pari al 10% del fondo del 2016 (art. 110, comma 12): un’inezia!
A cascata, l’ulteriore effetto non potrà che essere la diminuzione dei servizi per qualità e quantità e lo spostamento di altri pezzi di funzioni oggi svolte dal settore pubblico verso il settore privato.
Lo smantellamento dei servizi dello Stato Sociale non parte da oggi, ma ha inizio almeno dal 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione che ha ribaltato il principio di sussidiarietà e che troverà rinnovato abbattimento con la legge sull’autonomia differenziata (legge n. 86/2024).
A latere, anche l’azione distruttiva del Ministro Zangrillo: basta concorsi per l’accesso all’area della dirigenza e paradirigenziale, ma avanti a tutta valutazione e discrezionalità, in questo come sempre supportato dai contratti firmati da tempo da cgil cisl uil ed autonomi al gran completo.
Altro che le farse e le prese in giro di questi giorni, che abbiamo visto troppe volte avere a che fare con il prossimo appuntamento per l’elezione delle RSU, previsto proprio ad inizio 2025.
Per questo invitiamo sin d’ora ciascun lavoratore e ciascuna lavoratrice a schierarsi con SGB che fa della conflittualità la strategia collettiva più importante nelle nostre mani.
Ci rivolgiamo a chiunque abbia a cuore il suo futuro invitandolo a
- ORGANIZZARSI con SGB
- 29 novembre SCIOPERO GENERALE di SGB e del Sindacalismo di Base
- Contattarci già ora per PRESENTARE le LISTE SGB alle elezioni Rsu in ogni Pubblica Amministrazione.
Di seguito, il comunicato in pdf