AGLI UNTORI CHE CON TROPPA DISINVOLTURA CI HANNO PORTATO A QUESTO PUNTO DICIAMO UNA COSA SOLA; CE NE RICORDEREMO!

Nemmeno il tempo di veder scemare il teatrino indegno con cui Salvini si lava le mani, prendendo le distanze dal “chiodo” che ha crocifisso la stazione di Roma Termini, che la realtà ci piomba addosso con tutta la violenza di cui è capace.
E cosi l’ennesimo lavoratore di una ditta che lavora sui cantieri di RFI, questa volta a S. Giorgio di Piano, muore nell’indifferenza di un sistema che sta facendo di tutto per far diventare la morte sui cantieri ferroviari, una coazione a ripetere di cui rassegnatamente abituarsi. Avevano due possibilità dopo la strage di Brandizzo, imparare la lezione e modificare il loro ordine di priorità oppure spingere nella direzione opposta, banalizzando così tanto l’imprescindibilità del rischio, da renderne accettabile anche la morte.
Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla scelta, oggi ha avuto la sua risposta.
Siamo stanchi di cordoglio, lacrime di coccodrillo e nauseanti propositi mai mantenuti. Sappiamo bene chi ha responsabilità da che parte sta, sindacati firmatari ed RFI hanno deciso che strada prendere il 10 gennaio ed epiloghi come questo sono drammaticamente prevedibili. Non abbiamo alcuna intenzione di aspettare il nostro turno e speriamo di riuscire prima o poi ad incontrare anche i lavoratori delle ditte nella lotta, perchè sono da troppo tempo quelli che pagano il prezzo più alto, il 9 ottobre dovremo essere in grado di dare una risposta all’altezza del compito,
troppo c’è in gioco e se sapremo superare la stanchezza, fisseremo un punto indelebile.

Condividi: