Il 16 giugno scorso è stata approvata la Legge n.86 sull’Autonomia differenziata, c.d Legge Calderoli, una legge secessionista voluta dalla Lega.
Detto provvedimento normativo nasce da precedenti intese fra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, queste tre regioni lo hanno sottoscritto al fine di garantirsi ulteriori autonomie rispetto a quelle già acquisite con la modifica del Titolo V della Costituzione, modifica dai noi fortemente contestata e avverso la quale ci siamo battuti insieme ad altre organizzazioni sociali e politiche.
Secondo la Legge Calderoli, le materie su cui dette regioni potranno godere di maggiori autonomie decisionali, sono 23, non considerando in questo novero: sanità, scuola e servizi pubblici.
A fronte di questa annunciata secessione ci preme porre l’attenzione su un punto fra tutti, ovvero la deriva nell’ applicazione di contratti di lavoro regionali con la conseguente eliminazione di fatto dei contratti nazionali. Generando così un abbattimento dei livelli salariali e dei diritti dei lavoratori. La divisione artificiosa in 20 “mercati del lavoro” con regole differenziate darà il via ad una competizione interna nella quale le aziende saranno libere di scegliere dove localizzare la propria attività riducendo salari e diritti già a livelli inaccettabili in tanti settori.
Una secessione che aumenterà la dilagante povertà nel nostro paese che riguarda secondo i dati ufficiali 11 milioni di persone molte delle quali occupate in “lavori poveri”.
Questa prospettiva è di per sé già più che sufficiente per decidere l’abrogazione totale della legge!
Inoltre ci preme sottolineare che già 4 consigli regionali hanno inserito il doppio quesito riferendo con ipocrisia che questa costituirebbe una modalità più concreta per osteggiare il passaggio della legge.
PER NOI INVECE NON POSSONO ESISTERE COMPROMESSI AL RIBASSO, L’ATTACCO AI DIRITTI DEI LAVORATORI VA RESPINTO!
SOSTENIAMO E LOTTIAMO PER UNICO QUESITO CHE CHIEDA L’ABROGAZIONE TOTALE DELLA LEGGE!