FUNZIONI LOCALI – UN CONTRATTO NATO MORTO E CHE COLPISCE I GIOVANI

opo mesi di trattative, di proclami e di prese di posizioni roboanti il testo dell’ipotesi di contratto delle Funzioni Locali lascia attoniti per le tante promesse mancate e per le assurde formule di inquadramento che alimenteranno ancora di più il divario tra le categorie e tra vecchi e nuovi lavoratori.

Tra le promesse mancate spicca il mancato reinquadramento della categoria A nella B chiesto da più parti e su cui a Febbraio scorso sembrava raggiunto uno straccio di accordo.

Discorso analogo per le categorie C del settore scolastico ed educativo che attendono da più di 20 anni l’inquadramento in categoria D e che vedranno corrisposta solo una indennità maggiorata. Questa indennità graverà sul fondo per il salario accessorio, anziché sulle risorse del bilancio dell’ente (come sarebbe dovuto in caso di avanzamento in categoria D) colpendo così tutti i lavoratori e mortificando quelli del settore.

Analogo ragionamento vale per la polizia locale e per i profili che prevedono l’iscrizione ad un albo professionale.

Ma la norma più dirompente è quella che cancella il meccanismo delle progressioni orizzontali: sostituito da un sistema di avanzamento economico, che potrà svilupparsi ogni tre anni (anziché due) con un minor numero di “differenziali economici” seppure nominalmente più alti. Una norma che colpirà particolarmente i giovani neo-assunti anche a causa del maggior peso che viene dato alla valutazione da parte dei dirigenti.

L’ipotesi di contratto prevede invece il nuovo profilo della elevata qualificazioneche diventa una super posizione organizzativa (o una vice-dirigenza) finanziata con un importo fino a 18.000 euro annui (2000 in più di prima). 

Ancora una volta il governo destina, con la complicità di CGIL-CSIL-UIL, cospicue risorse aggiuntive alle posizioni apicali; lasciando le briciole alla gran parte dei lavoratori e lavoratrici.

Infine, i soldi, saranno in realtà meno di quelli annunciati e molti meno di quelli dovuti. Si tratta infatti di aumenti LORDI ben inferiori al tasso di inflazione reale che oggi è intorno all’8% ed è destinato ad aumentare a causa della scelta belligerante operata dalla quasi totalità dei parlamentari e alla conseguente “economia di guerra”. 

Paghiamo ancora una volta la famigerata abolizione della scala mobile, avvenuta con il consenso dei sindacati confederali nel lontano 1992, che rendeva automatico l’indicizzazione dei salari su base inflattiva. La scala mobile è stata sostituita ora dall’ipca, un sistema di calcolo, concordato anch’esso con CGIL, CISL e UIL, che prevede aumenti salariali sulla base di un’indice inflattivo depurato dai costi energetici. Sappiamo tutti quanto l’aumento delle bollette abbia già fortemente inciso sul nostro potere d’acquisto e non è difficile prevedere quanto perderanno di valore i nostri salari dal prossimo autunno.

L’aumento salariale sbandierato dai confederali non si avvicina neanche a compensare l’aumento reale del costo della vita. L’aumento, se tale si può definire, corrisponde per una categoria C3 a 70,50 Euro LORDI al mese, che vanno depurati dagli attuali 12,41 euro mensili di indennità di vacanza contrattuale già presenti in busta paga, giungendo così alla “stratosferica” cifra di 58,09 euro lordi mensili. 

Anche gli arretrati sono in realtà poca cosa se misurati all’inflazione reale degli ultimi anni. Sempre prendendo a riferimento la categoria C3, sono previsti € 10,80 per il 2019, € 25,40 per il 2020 e € 70,50 per il 2021. Sempre LORDI e sempre COMPRESA L’INDENNITA’ di vacanza contrattuale già percepita.

Per vendere questa merce avariata la triplice sindacale non trova di meglio che diffondere tabelle gonfiate che, al pari dei contratti assicurativi, vanno lette ponendo grande attenzione agli asterischi e alle note a piè di pagina. Non solo è necessario leggere una nota per comprendere che l’aumento salariale include l’indennità di vacanza contrattuale già percepita; ma, spacciano per aumento il trasferimento dell’elemento perequativo all’interno dello stipendio tabellare.

Le cifre corrette sono quelle dell’accordo sottoscritto (che come detto vanno comunque intese come lorde e a cui va detratta l’indennità da vacanza contrattuale), di cui alleghiamo copia, e non quelle delle loro tabelle!

Ci rendiamo perfettamente conto che in una situazione di grave crisi come questa anche cifre minime come quelle contrattate divengono importanti seppure non sufficienti; ma, è altrettanto importante rivendicare il maltolto e veri e sostanziosi aumenti contrattuali che ci riallineino a quelli degli altri lavoratori europei. Per farlo è necessario cominciare a togliere il mandato a chi, da decenni, ci sta svendendo!

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