All’Adi – associazione docenti e dirigenti scolastici italiani
A tutte le lavoratrici e i lavoratori di Nidi e Materne del Comune di Bologna
RITIRARE LA PROPOSTA Di CHIUSURA TOTALE e DOMICILIARIETA’ dell’intervento educativo
Purtroppo nel Caos delle regole per quanto riguarda l’apertura delle scuole materne e nidi in zona rossa ci è toccato anche di rileggere una proposta, fatta dall’ADI, ormai archiviata un anno fa, ai tempi del primo lock down: Bimbi con disabilità a casa e l’educatore scolastico a domicilio.
Con questa lettera chiediamo all’ADI di ritirare questa proposta e alle Lavoratrici e lavoratori dei Nidi e Scuole dell’infanzia di non appoggiarla rifiutandosi di firmare una lettera all’amministrazione con tali contenuti che sta circolando nelle scuole.
Inoltre a tal proposito vogliamo ricordare che
- a scuole sospese e non chiuse, anche in zona rossa, l’alunno disabile è in presenza con un piccolo gruppo già da settembre 2020 nelle scuole superiori dove purtroppo per molti mesi hanno dovuto restare in DAD.
- l’ attività in presenza è previste per tutte le scuole di ogni ordine e grado (la scuola dell’infanzia è scuola) i DDL prevedono che ‘nessun servizio alle persone disabili sia sospeso”
- la legge 104/99 sull’interazione e inclusione scolastica include tutte le scuole di ordine e grado e i Nidi ma NON prevede educatori a domicilio (leggi dall’art. 13 al 17 L. 104)
Inoltre sulle attività a domicilio:
- Mentre negli spazi pubblici Nidi e scuole ci sono dei protocolli di sanificazione da seguire, nei domicilisi lascerebbe alle famiglie l’onere di sanificare gli ambienti, senza adeguate competenze o mezzi idonei e probabilmente impossibilitati a verificarne poi l’adeguato avvenimento.
- L’intervento a domicilio mette a rischio la salute dell’utente, della famiglia e dell’educatrice perché è quasi impossibile tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene all’interno del domicilio privato.
- nei domicili ci si potrebbe trovare nella situazione in cui il bambino non abbia a disposizione uno spazio in cui poter lavorare con l’educatore, ma che si debba operare in spazi condivisi, che inevitabilmente riducono la distanza di sicurezza e le misure di prevenzione.
- l’intervento educativo verrebbe compromesso dalle dinamiche familiari ben diverse da uno spazio scolastico. Come già scritto, l’educatore domiciliare è altra figura professionale rispetto a quello per l’integrazione scolastica.
- la necessaria presenza di almeno un genitore nelle case
Quello che chiediamo è LAVORARE in SICUREZZA ma LAVORARE!
Rivendichiamo diritti per le lavoratrici e lavoratori senza dimenticare l’utenza a cui verrebbe di fatto tagliato un servizio
Bologna 19 Marzo 2021
Sindacato Generale di Base SGB
Educatrici e educatori per l’integrazione e l’inclusione scolastica di Bologna e provincia