Il successo dello sciopero generale nazionale delle operatrici e degli operatori sociali in appalto, di Venerdì 13 novembre è il frutto del lavoro di tanti soggetti sindacali e di altre forme collettive che sono riuscite così a mettere al centro del dibattito politico la necessità di intenalizzazione dei servizi e dei lavoratori.
L’altissima adesione allo sciopero si è tradotta in tante città in manifestazioni e presidi (nel rispetto delle norme Covid): Bologna, Milano, Roma, Palermo, Firenze, Caltanisetta, Messina Parma, Reggio Emilia, Rimini, Varese, Bergamo, Monza Brianza, Ravenna, Noto, Viareggio, e tante ancora , dove dietro lo striscione “ Diamo il 100%, Vogliamo il 100% di Salute, Salario e Qualità dei servizi” si sono riconosciuti centinaia di lavoratrici e lavoratori giovani e meno giovani.
La forza di questa giornata e la capacità di coinvolgere migliaia di lavoratori in sciopero e centinaia nelle manifestazione, è il frutto della determinazione e della maturità di quelle organizzazioni che, respingendo ogni forma di settarismo, hanno trovato l’unità su poche , semplici ma fondamentali parole d’ordine , trasformabili in obiettivi praticabili.
I risultati che si sono ottenuti con le mobilitazioni in alcuni territori non devono restare isolati , devono essere implementati e soprattutto possiamo/dobbiamo conquistarli anche su un piano nazionale, dove le nostre rivendicazioni si possono tradurre in risultati concreti per tutte e tutti dalla Sicilia alla Lombardia.
Non possiamo più accettare che vi sia una differenziazione di condizioni contrattuali e normative fra territorio a territorio che si traduce in una vera e propria frammentazione di figure professionali, di qualità del servizio e ovviamente di condizioni salariali che la prospettata “autonomia differenziata” su cui insistono in particolare alcune regioni del nord, vorrebbe mettere il sigillo.
La risposta anche a questi scellerati tentativi pseudo federalisti, non può che essere il proseguire nella nostra battaglia per un contratto unico nazionale che immediatamente equipari le condizioni dei lavoratori in appalto a quelli del pubblico.
Operatrici ed operatori sociali
PER IL
– il 100% del salario anche in caso di chiusura dei servizi
– Unificazione contrattuale e parificazione economica ai loro colleghi assunti direttamente dagli enti pubblici (rinnovo CCNL)
– L’Internalizzazione dei servizi e dei lavoratori adesso in appalto a partire da quelli scolastici.
Sindacato Generale di Base